Il Cooperative Learning oltre la scuola per lo sviluppo di abilità sociali

Possiamo sperare che la buona volontà delle persone, la naturale propensione alla socializzazione, la piacevolezza di integrare la propria individualità in un gruppo, siano sufficienti a creare le condizioni dello scambio tra gruppi e all’interno del gruppo? Il Cooperative learning ci insegna come sia importante sostenere queste tendenze spontanee presidiando con grande accuratezza i fattori che possano permettere l’affermarsi della conoscenza e del comportamento attraverso l’azione e lo scambio. L’esperienza del cooperare risponde infatti a determinati fattori-bisogni individuali e sociali che ognuno possiede e che necessita di vedere realizzati per crescere come persona, cittadino e lavoratore: la costruzione di un’identità, la formazione in qualità di cittadino, la pratica di una cultura del lavoro, l’acquisizione di un metodo di lavoro. Le persone necessitano di imparare a progettare e gestire situazioni di lavoro complesse in cui la possibilità di esplicare abilità diverse ripartite nel gruppo permetta all’individuo di acquisire la capacità di fare progetti che non potrebbero realizzarsi senza un’azione cooperativa. E’ fondamentale che in questo processo il soggetto si senta protagonista nella sua capacità di identificare i problemi, programmare le procedure richieste per capirli e affrontarli, raccogliere le informazioni rilevanti in collaborazione con gli altri. Il gruppo può sviluppare la capacità di definire i problemi complessi esplorando le diverse prospettive per acquisire informazioni e abilità, valorizzando allo stesso modo le competenze di ognuno.

Come diventare socialmente competenti?

Possiamo educare all’uso di queste capacità, possiamo farne esperienza, possiamo consolidarle per divenire sempre più ”socialmente competenti”. L’Apprendimento Cooperativo offre una bella “palestra” di strumenti e modalità in cui poter sperimentare queste capacità. Possiamo proporlo a tipologie di gruppi differenti quali studenti, insegnanti, adulti (genitori, lavoratori…) e con obiettivi differenti:

  • accoglienza/conoscenza;
  • avvio nuovo argomento;
  • generare idee;
  • revisione del lavoro;
  • elaborazione di contenuti;
  • riflessione e analisi su temi vari.

Oltre la scuola, abbiamo sperimentato le modalità cooperative in carcere, in percorsi per ragazzi in obbligo formativo, con gruppi di rifugiati, in percorsi di apprendistato. A “piccole dosi”, si può rendere cooperativo tanto lavoro che normalmente facciamo. Nella nostra cassetta degli attrezzi possiamo mettere una conoscenza di base della metodologia, delle modalità di lavoro cooperative (di significativo supporto sono stati il modello dei fratelli Johnson e di Spencer Kagan) da proporre al gruppo per favorire l’interazione e la voglia di sperimentare.

L’Apprendimento Cooperativo è una bella sfida e come dice Johnson “non è facile, ma ne vale la pena”.

Un esempio di attività cooperativa: “CON UNA PAROLA”

(in questo caso la modalità non è tratta dagli autori citati, ma è una attività cooperativa pensata dal formatore che l’ha proposta)

  • Obiettivo generale: conoscenza reciproca o esplorazione di un argomento
  • Obiettivi cooperativi: favorire la discussione in piccolo gruppo, l’ascolto, sollecitare la partecipazione di ognuno
  • Obiettivi cognitivi: generare idee, fare sintesi
  • Materiale: cartoncini della dimensione delle carte da gioco sulle quali si trovano scritte parole a seconda dell’obiettivo per cui si propone l’attività.

Svolgimento:

  • fase individuale: le carte sono posizionate al centro di ogni piccolo gruppo (4 persone). Le carte possono essere le stesse per ogni gruppo oppure diverse. I partecipanti sono invitati a pescare una carta a caso e a riflettere qualche minuto sulla consegna: raccontare un “frammento di vita” legato alla parola che viene proposta. (es. se si pesca una carta con la parola “fuga”, la persona che la pesca dovrà raccontare un episodio di vita personale che ha a che fare con la fuga);
  • fase in piccolo gruppo: confronto sulle risposte e, eventualmente, richiesta di produrre una sintesi scritta di quanto ascoltato;
  • fase di confronto tra gruppi: in assemblea, condivisione su ciò che emerso nei singoli gruppi.

Ambiti già sperimentati: corsi di formazione per insegnanti, studenti scuola secondaria di I e II grado, carcerati.

Varianti: il formatore può inventare il suo mazzo di carte con le parole che ritiene potrebbero suscitare un confronto, a seconda dell’obiettivo. (es. legate ad un argomento disciplinare sul quale si intende discutere)

Esempi di parole utilizzate per le carte: amore-indecisione-desiderio-sconfitta-viaggio-luce-sapore-scuola.

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