Educazione Ambientale, Sostenibilità e Cooperative Learning

Presentiamo alcune proposte di Educazione Ambientale e allo Sviluppo Sostenibile efficaci per evidenziare come cooperative learning, didattica per competenze, inclusione e benessere siano elementi chiave per una programmazione mirata allo sviluppo di competenze civiche.

Introduzione, una breve storia dell’Educazione Ambientale

L’educazione Ambientale ed allo Sviluppo Sostenibile è un concetto e una pratica di cui si dibatte da più di cinquant’anni.

Nel corso del tempo e tramite diversi importanti documenti internazionali si è passati da una concezione dell’educazione ambientale intesa come studio e conservazione della natura (1965 conferenza sulla conservazione della Natura di Bangkok) ad una in cui oggi (Agenda ONU 2030, febbraio 2015) si parla di Educazione Ambientale ed allo Sviluppo Sostenibile (EASS), intesa come strumento educativo per lo sviluppo di competenze che conducano a stili di vita meno impattanti e spingano all’elaborazione di modelli economici nuovi ispirati al principio della circolarità.

Nel percorso italiano tappe fondamentali sono state la sottoscrizione della Carta di Fiuggi (1997), la Conferenza nazionale dell’Educazione ambientale (Genova 2000), con la conseguente elaborazione delle Linee di indirizzo INFEA. La nascita negli anni ’90 dell’ANPA (Agenzia Azionale per le Protezione dell’Ambiente) e delle Agenzie regionali e provinciali per la protezione dell’ambiente (ARPA/APPA) ha contribuito ad arricchire l’offerta di servizi e di strutture territoriali per l’Educazione ambientale e ad accrescere la consapevolezza della necessità di lavorare in rete (la rete INFEA1 ne è stata un valido esempio). La molteplicità dei soggetti a livello nazionale e locale (pubblici e privati, appartenenti alla scuola e al terzo settore, cooperative sociali e imprese) impegnati nel campo dell’educazione alla sostenibilità ha prodotto miriadi di esperienze che, negli ultimi anni, si sono impegnate per trovare un quadro comune, anche facendo riferimento alla Commissione Italiana dell’UNESCO per l’implementazione del DESS (Decennio dell’Educazione allo Sviluppo Sostenibile 2005 – 2014).

Per ciò che riguarda il recepimento in Italia della stretta connessione tra EASS e Sustainable Development Goals (SDGs) dettati dalla Agenda 2030 dell’ONU si può trovare un adeguato approfondimento nel sito del MIUR: Educazione ambientale e alla sostenibilità

E’ il Ministero stesso, ad affermare che “La scuola è il luogo di elezione per attivare progetti educativi sull’ambiente, la sostenibilità, il patrimonio culturale, la cittadinanza globale.

Il legame con il territorio, la ricchezza interculturale, il dialogo e l’osservazione quotidiani con i ragazzi, la dimensione interdisciplinare e la possibilità di costruire percorsi cognitivi mirati, sono aspetti determinanti: grazie ad essi la scuola diviene l’istituto che, prima di ogni altro, può sostenere – alla luce dell’Agenda 2030 – il lavoro dei giovani verso i 17 Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (OSS/SDGs, Sustainable Development Goals).

Si tratta di un percorso di esplorazione emotiva e culturale e di acquisizione di consapevolezza rispetto ai temi della sostenibilità, alla promozione del benessere umano integrale, un percorso legato alla protezione dell’ambiente e alla cura della casa comune” (sito MIUR tema EASS).

Alcune Buone pratiche italiane che utilizzano l’approccio cooperativo

Al seguito, alcune volte in anticipo, o a fianco delle riflessioni e delle azioni illustrate brevemente nell’introduzione si sono moltiplicate negli anni a livello locale, le iniziative di Associazioni ambientaliste (FAI, Legambiente, WWF, …) e di una vera e propria miriade di associazioni e società (spesso società cooperative o imprese sociali), che soprattutto in alcune regioni italiane – Lombardia, Piemonte, Veneto, Emilia Romagna, Toscana – hanno prodotto esperienze significative, avvalendosi anche della collaborazione di psicologi scolastici, pedagogisti ed educatori che hanno dato un interessante contributo per passare da un paradigma trasmissivo/prescrittivo dell’Educazione Ambientale a proposte più mature, più in linea con i tempi, che hanno spostato l’attenzione dal contenuto al processo. Ciò ha permesso di sperimentare competenze sociali e di comunicazione efficace e di praticare la cooperazione, la negoziazione del conflitto e il pensiero creativo. Puntando alla integrazione dello sviluppo delle competenze per l’apprendimento permanente ribadite in molti documenti internazionali (ad esempio la recente la raccomandazione del Consiglio europeo relativa alle competenze chiave per l’apprendimento permanente, adottata dal Consiglio nella sua 3617ª sessione, tenutasi il 22 maggio 2018 che modifica e aggiorna il precedente documento del 2006 e recepita a livello italiano dal DECRETO 16 novembre 2012, n. 254 (Regolamento recante Indicazioni nazionali per il curricolo della scuola dell’infanzia e del primo ciclo d’istruzione).

Un esempio rimarchevole nel centro Italia è il Laboratorio di Educazione Ambientale, LEA La Finoria (www.leatoscana.org), a Gavorrano, nella zona nord della Maremma Toscana, dove dal 1996 un team multidisciplinare – composto da uno storico, un pedagogista, un naturalista, un agronomo, uno psicologo dell’apprendimento, una geologa, una archeologa, un’artista, un videomaker, un attore e una ballerina – sviluppa percorsi didattici di Educazione Ambientale e allo Sviluppo Sostenibile a supporto dell’attività degli insegnanti delle scuole di ogni ordine e grado della Provincia di Grosseto e di molte altre scuole italiane che partecipano a questi percorsi in modo residenziale.

I progetti di Educazione Ambientale organizzati dal LEA La Finoria si estrinsecano in percorsi didattici caratterizzati da didattica attiva e approccio cooperativo, che si articolano in incontri in classe ed attività pratico-manuali nelle aule attrezzate del Laboratorio di Educazione Ambientale e da escursioni sul campo, complementari al lavoro svolto in aula, sul campo e in località di particolare valore naturalistico, storico-archeologico e didattico.

I percorsi didattici di Educazione Ambientale e allo Sviluppo Sostenibile propostisi possono riassumere secondo due grandi tipologie:

I. PERCORSI RESIDENZIALI destinati a scolaresche che soggiornano nelle strutture del LEA per più giorni e in questi seguono un percorso intensivo con escursioni, esperienze di laboratorio e momenti di svago e sport out door.

Ad esempio la proposta dal nome Toscana Underground: dagli Etruschi ai giorni nostri. Scoperta di una Toscana nascosta: le Colline Metallifere.

Si tratta di un percorso residenziale per studenti di scuola secondaria di secondo grado di quattro giorni e tre notti alla scoperta di un territorio che vanta 5000 anni di storia mineraria. Si alternano brevi lezioni frontali a lavori cooperativi, la visita a musei in gallerie minerarie dell’800 a dei trekking, dei laboratori di fusione con tecnica medievale e di cucina etrusca alla visita di centri storici meravigliosi come Massa Marittima, la visita guidata a miniere medievali d’argento accompagnati da asini che sul basto portano il pranzo al sacco nella “panierina” del minatore, la scoperta della costa in barca a vela o in bicicletta e la visita a musei e siti archeologici etruschi, popolo molto vocato alle attività minerarie e metallurgiche. Ogni indirizzo scolastico può trovare un taglio adeguato per partecipare a questo percorso. In fase di co-progettazione, si può decidere di porre maggiormente l’attenzione sulla storia e sulla archeologia, oppure sui diritti del lavoro e i movimenti sindacali dei minatori o sulle tecnologie minerarie e metallurgiche, o ancora sugli aspetti artistici o culinari degli etruschi o del medioevo o sullo studio della lingua gergale dei miniatori e la sua trasformazione nei secoli. Tutte le attività di studio di visita e di tempo libero sono gestite da operatori che utilizzano attività Cooperative. L’alloggio degli studenti presso il Laboratorio di Educazione Ambientale è previsto in casette in bioarchitettura con una attenzione particolare alla raccolta differenziata e alla riduzione di rifiuti, al risparmio energetico e a pasti a km zero. Per mostrare ai ragazzi che la Sostenibilità è fatta di scelte quotidiane.

II. PERCORSI NON RESIDENZIALI generalmente destinati alle scuole del territorio limitrofo al LEA, che prevedono incontri, escursioni e laboratori calendarizzati e programmati insieme agli insegnanti, realizzati nella scuola (i docenti del LEA si spostano negli istituti interessati), presso le aule e i laboratori attrezzati del LEA e sul territorio.

Ne è un esempio l’Autostrada dei Rifiuti, un percorso adattabile (dalla scuola primaria alla secondaria di secondo grado) di otto incontri con scuole del territorio per la pulizia e monitoraggio del flusso e della presenza di rifiuti lungo fiumi e mare.

Si propongono esperimenti mettendo delle barchette in cartone riciclato con le firme dei bambini in un dato punto di un fiume, per ritrovarle alcunimesi dopo arenate sulla costa.

A questa attività nel territorio seguono incontri in classe dedicati allo studio della rete idrica del territorio collegandola agli insediamenti umani e ai loro scarichi (civili, industriali o agricoli); si rivolgono poi alcuni incontri al tema rifiuti: raccolta e corretto smaltimento, riciclo e riduzione.

Si passa infine a visitare alcuni impianti di trattamento dei rifiuti del territorio: un’isola ecologica e un punto di eco-scambio, un impianto di separazione del multi-materiale (vetro, metalli e plastiche), una centrale che produce biometano (da allevamento di animali), una discarica in corso di bonifica.

In ottica di orientamento professionale si fa un focus sul lavoro e le professioni che sono richiesti dal comparto della gestione dei rifiuti.

Si traggono le conclusioni in classe nell’ultimo incontro; le insegnanti, se lo desiderano, possono continuare l’approfondimento durante l’anno scolastico.

Particolare attenzione viene posta, non tanto e non solo alla trasmissione di dati e nozioni, quanto all’attivazione di nuovi atteggiamenti e comportamenti consapevolmente diretti alla riduzione della produzione dei rifiuti, sia in classe che a casa.

Negli ultimi anni questo percorso è stato arricchito dalla partecipazione dei ragazzi e ragazze delle scuole superiori ai tavoli e alle attività dedicate al Contratto di Fiume; dei processi partecipati nel Contratto di Fiume si è parlato nel recente incontro del MATTM nell’ aprile 2019 .

Ai fini delle competenze di cittadinanza ci preme sottolineare come il contributo attivo e proficuo ai processi di partecipazione (tra cui il Contratto di Fiume) possa nascere quando si dispone di quelle competenze sociali su cui ci si focalizza tanto con l’Apprendimento Cooperativo che è proprio dell’approccio di Scintille.it nelle sue proposte formative e di facilitazione nell’Ambito dell’Educazione Ambientale e allo Sviluppo Sostenibile.

Si è già affrontato questo tema in precedenti articoli di Scintille.it

• (luglio 2016) Il cooperative learning fuori dalla scuola 1° parte
• (ottobre 2016) Approccio cooperative learning processi partecipazione cittadinanza attiva

I percorsi di Educazione Ambientale allo Sviluppo Sostenibile del LEA a seguito di una formazione da parte di Scintille.it vengono organizzati secondo formule, in cui i docenti possono, in collaborazione con gli operatori del LEA, co-progettare per competenze apportando tutte le modifiche ritenute necessarie per rendere il percorso più consono alle esigenze specifiche della classe.

Nel prossimo contributo presenteremo il percorso didattico COLTIVIAMO BIOLOGICO come modello per evidenziare in che modo attività, strutture e approcci derivanti dal Cooperative Learning possano essere proficuamente utilizzati per poter ottenere proposte educative che siano in linea con una concezione dell’EASS che punti in modo convergente su:

– sviluppo di competenze con particolare attenzione a quelle chiave per l’apprendimento permanente – Raccomandazione del Consiglio Europeo del 22 maggio 2018 relativa alle competenze chiave per l’apprendimento permanente;
– attenzione ai 17 SGDs (SustainableDevelopmentGoals) indicati dall’ONU nella Agenda 2030;
– orientamento ai compiti di realtà;
– impegno per una reale ed efficace di modifica di comportamenti (individuali e collettivi) e non più solo all’acquisizione di contenuti e nozioni.

Riferimenti bibliografici

• Mastrandrea, F.R. – Santini, F. (2012). Educazione allo Sviluppo Sostenibile. Uno strumento per progettare interventi formativi. Brescia-Lecce: Pensa Multimedia. Presentazione di Edo Ronchi.
• Pavan, D. – Santini, F. (2014) Co-operative Learning and Education for Sustainable Development, in Journal of Co-operative Studies, 46:2, Autumn 2013: 57-61 ISSN 0961 5784
Santini, F. (2019). Apprendimento cooperative e sviluppo sostenibile, in La Ricerca, Loecher, maggio 2019, Anno 7, N.16. (indicato nel portale INDIRE Risorse: Quaderno loescher rivoluzionari malgre nous)
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1 Il programma INFEA (INFormazione Educazione Ambientale) nasce a fine anni ’80 (il primo Programma Triennale INFEA 1989/91, nella Gazzetta Ufficiale N 83 del 8/04/95, serie generale, viene pubblicato poi il Programma relativo al triennio 1994-96, ma ) su iniziativa del Ministero dell’Ambiente, ed è finalizzato a diffondere sul territorio strutture di informazione, formazione e educazione ambientale.

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