La valutazione dell’insegnante, tra paure e necessità

La valutazione è un processo fondamentale nel percorso formativo di ogni professionista che voglia crescere e migliorare nel suo lavoro.
Nell’articolo di novembre 2015 Riccarda Viglino ha presentato il processo di valutazione sviluppato all’interno di un corso di formazione, messo in atto per rispondere all’esigenza di rilevare e riconoscere i miglioramenti avvenuti rispetto al corso frequentato e capire quali in particolare si ritenevano più efficaci rispetto ad altri. A questo scopo è stata strutturata, insieme ai corsisti, una rubrica di valutazione con criteri ben chiari e soprattutto condivisi.

Nel caso presentato da Riccarda, il processo di valutazione e lo strumento utilizzato sono stati efficaci e accettati dai docenti che ne hanno riconosciuto il valore. La riflessione metacognitiva sollecitata e la conseguente maggiore consapevolezza di sé, dei propri limiti e dei propri punti di forza, sembra abbiano reso i docenti più motivati a proseguire nel miglioramento, e più capaci di accettare la valutazione.
Quando la valutazione assume principalmente il carattere di autovalutazione, è percepita più utile, non ansiogena, non giudicante, ma necessaria per il miglioramento.

In questo scritto si partirà dallo spiegare le direttive della legge sulla “Buona Scuola” varata a luglio del 2015, relative alla valutazione dell’insegnante, per poi passare ad una panoramica delle modalità di valutazione attuate nei paesi dell’Unione europea, per confrontarle con quelle proposte in Italia, ed infine si esporrà una proposta su come procedere, a livello di istituto scolastico, alla possibile valutazione dell’insegnante affinché essa sia vista come un momento positivo/ e costruttivo e e non minaccioso /e denigrante.

In Italia il tema della valutazione dell’insegnante è stato ed è tuttora molto dibattuto, anche alla luce della legge n. 107 del 13 luglio 2015. Il comma 129 della suddetta legge, sostituisce l’articolo 11 del D. Lgs n. 297 del 16 aprile 1994 che già prevedeva la costituzione di un comitato per la valutazione del servizio dei docenti, composto dal dirigente scolastico e da 2 o 3 docenti eletti dal collegio docenti. In carica un anno, tale comitato, su richiesta del docente interessato, poteva valutare l’operato dello stesso, sulla base dei criteri riportati all’art. 448 dello stesso D. Lgs.
La legge 107 al comma 129 modifica l’art. 11, e prevede che il comitato sia composto dal dirigente scolastico, da 3 docenti, due eletti dal collegio ed uno eletto dal consiglio d’istituto, da 2 rappresentanti dei genitori (per la scuola dell’infanzia e il primo ciclo di istruzione) o da un rappresentante dei genitori e uno studente (per il secondo ciclo di istruzione), e un componente esterno nominato dall’Ufficio Scolastico Regionale tra docenti, dirigenti scolastici e tecnici.
Il comma non esplicita i criteri di valutazione da adottare ma ne suggerisce i riferimenti: 1) la qualità dell’insegnamento e il contributo al miglioramento della istituzione scolastica, nonché al successo formativo degli studenti; 2) i risultati in merito al potenziamento delle competenze degli studenti, l’innovazione didattica e metodologica attuata, la collaborazione alla ricerca didattica, alla documentazione e diffusione di buone prassi; 3) le responsabilità assunte nel coordinamento didattico e organizzativo e nella formazione del personale. Inoltre si fa riferimento all’art. 448 del D. Lgs 297 per quanto riguarda i possibili criteri di valutazione: “qualità intellettuali, preparazione culturale e professionale, anche con riferimento a eventuali pubblicazioni, diligenza, comportamento nella scuola, efficacia dell’azione educativa e didattica, eventuali sanzioni disciplinari, attività di aggiornamento, partecipazione ad attività di sperimentazione, collaborazione con altri docenti e con gli organi della scuola,rapporti con le famiglie degli alunni, nonché attività speciali nell’ambito scolastico e ogni altro elemento che valga a delineare le caratteristiche e le attitudini personali, in relazione alla funzione docente”.
La valutazione si avvia solo se è l’insegnante a richiederla e previa relazione del dirigente scolastico.
Al comma 130 della legge 107, si dice altresì che alla fine del trimestre 2016/2018, gli Uffici Scolastici Regionali dovranno inviare al ministero una relazione sui criteri adottati dalle singole istituzioni scolastiche. Sulla base delle relazioni pervenute al Miur, si costituirà un apposito comitato tecnico scientifico che vaglierà i criteri utilizzati dalle singole istituzioni e predisporrà le linee guida per la valutazione del merito dei docenti a livello nazionale.
Sembra quindi che il trimestre 2016/2018 venga considerato un anno di sperimentazione in cui ogni istituzione scolastica possa implementare un proprio sistema di valutazione dell’insegnamento, verificarne la validità e quindi presentarlo all’U. S. R.

Chiariti i riferimenti legislativi, resta da comprendere come mettere in pratica tutto ciò e come può essere percepito dalla comunità scolastica e sociale.
Una valutazione di questo tipo ha il fine di premiare i docenti più meritevoli, dunque può essere vissuta con ansia e preoccupazione, soprattutto quando i criteri con i quali si deve essere valutati non sono esplicitati e chiari.

In Europa, tutti gli stati prevedono forme di valutazione espresse in modo diverso ecco una sintesi (fonte: Unità italiana di Eurydice, 2009, Modelli di valutazione degli insegnanti UE, edizione INDIRE).

Paesi Modello di valutazione Chi valuta Modalità di valutazione Criteri di valutazione
Spagna  Valutazione individuale degli ispettori incaricati dalle autorità regionali  Corpi ispettivi nominati dalle Comunità autonome  Piani di valutazione che definiscono obiettivi, criteri di valutazione e le modalità di partecipazione degli interessati al processo di valutazione  Decisi rispetto ai piani di valutazione
Francia  Valutazione individuale degli ispettori incaricati dalle autorità nazionali  Valutazione didattica (su 60 punti) fatta dall’ispettore.
Valutazione amministrativa (su 40 punti ) del capo di istituto.
 Valutazione ogni 6/7 anni
Ispezione durante la lezione
colloquio individuale con capo d’istituto.
La somma delle valutazioni didattica e amministrativa su 100 punti permette l’avanzamento di scaglione
 -assiduità
-puntualità
-autorità e ascendente sugli alunni e colleghi
Germania  Valutazione individuale degli ispettori incaricati dalle autorità regionali  L’ispettore scolastico e il capo d’istituto  Valutazione annuale con
– Colloquio
– rapporti del dirigente, sul rendimento
– ispezione durante le lezioni
– valutazione dei risultati degli alunni
 Polonia  Valutazione svolta dal capo di istituto  Il capo di istituto su sua iniziativa o su richiesta dell’insegnante, dell’autorità regionale o del consiglio dei genitori  Si svolge entro un anno e prevede più osservazioni, se la valutazione risulta negativa, la successiva può svolgersi solo se il docente effettua una formazione della durata non inferiore a 9 mesi
Olanda  Valutazione svolta dal capo di istituto  Il dirigente come rappresentante del consiglio di istituto responsabile del reclutamento, della formazione e valutazione  capacità di rapportarsi con colleghi, sviluppo professionale,
gestione della classe, metodologie didattiche
Finlandia/Svezia  Valutazione delle scuole  non esiste corpo ispettivo  colloqui annuali tra docenti e dirigenti per lo sviluppo e la verifica degli obiettivi raggiunti  Sono stabiliti internamente in base alle priorità dello staff educativo e gli obiettivi che si vogliono raggiungere
 Inghilterra  Valutazione delle scuole e dei docenti da parte di più soggetti  Capo d’istituto
Teacher’s team leader (un insegnante supervisore dei suoi colleghi)
 La verifica è annuale, prevede un incontro di pianificazione con il docente e i responsabili della valutazione per definire modalità e tempi, ed un incontro finale di revisione Standard professionali definiti e condivisi con insegnanti, il cui raggiungimento prevede un passaggio in graduatoria

Dalla tabella si evince come ogni nazione prevede un modello di valutazione proprio, chi interno all’istituto scolastico, chi esterno. Anche le modalità sembrano essere differenti, chi predilige una modalità più collaborativa, in cui si prevede un colloquio previo con la condivisione di obiettivi e criteri, poi l’ispezione e quindi un colloquio finale; chi predilige una modalità più direttiva in cui chi valuta decide tempi e modi. I criteri variano molto sia tra nazione e nazione sia all’interno delle nazioni, a volte decisi a livello di istituto, o a livello regionale o nazionale.

Tale panoramica permette di constatare quante differenze emergaono tra le nazioni, ma rimangono insolutei alcune questioni fondamentali:
-come viene percepita la valutazione da parte degli insegnanti?
-quale modalità di valutazione può promuovere un effettivo miglioramento e quindi un salto di qualità per il singolo insegnante, ma anche per il percorso formativo degli studenti?

Si ritiene che l’aspetto più difficile sia la percezione della valutazione, poiché è possibile non si sia abituati a vedere la valutazione come un processo necessario integrato al proprio percorso di miglioramento. Spesso si è stati valutati senza conoscere i criteri di valutazione, e tale evento è stato vissuto con trepidazione ed un po’ di amarezza, magari anche per un confronto con un compagno o collega considerato migliore, senza comprenderne i motivi.
Sembra una banalità ma si crede che le maggiori difficoltà ad accettare una valutazione da parte di qualcun altro sia la paura di non sapere su quali criteri si baserà e quali percezioni avrà, sia la paura di perdere un po’ di autostima e di sicurezza nelle proprie capacità, la paura di non dimostrare a pieno quello che si sa e si sa fare.
Non c’è una soluzione immediata a questa questione, ma si ritiene che bisogna iniziare, se non lo si fa già, a ripensare la valutazione in tutti gli ambiti e vederla, non come una minaccia ma come un momento in cui ci si possa fermare e si possano riconoscere i punti forza e i punti di debolezza per procedere nel miglioramento. Ciò implica l’utilizzo di strumenti di valutazione chiari, condivisi, che esplicitino in forma inequivocabile i criteri e gli indicatori su cui si valuta, implica la costruzione condivisa di tali strumenti, affinché ognuno si senta parte integrante e possa dire la sua, implica un confronto vivace e aperto con tutte le parti coinvolte, perché tutti possano essere consapevoli delle modalità di valutazione.

Per questi motivi, le richieste della legge 107 comma 129 possono essere considerate opportunità per sperimentare un modo nuovo di vedere la scuola, come un luogo di crescita reciproca e continua, dove ci si aiuta a vicenda al fine di migliorare tutti.

Ecco alla proposta (Si veda la proposta formativa “Valutare l’insegnante”). Si potrebbe sperimentare la costruzione di una rubrica di valutazione dell’insegnante all’interno di ogni istituto.
Come nell’esperienza presentata da Riccarda Viglino, si potrebbe pensare che all’interno del collegio docenti, opportunamente guidato, possano emergere i criteri di valutazione e i relativi indicatori. Un gruppo ristretto di docenti insieme al dirigente, potrebbe costruire una rubrica di valutazione sulla base delle indicazioni del collegio, sottoponendola al vaglio di ogni insegnante, una volta approvato dal collegio, si potrebbe sottoporre la rubrica all’attenzione del comitato di valutazione, il quale, fornendo ulteriori aggiustamenti, potrebbe avviare l’iter di valutazione.
Costruire una rubrica di valutazione condivisa può promuovere una maggiore consapevolezza metacognitiva da parte di tutti i docenti ed un monitoraggio continuo del proprio modo di procedere.
Si ricorda che non si valutano tutti gli insegnanti, ma che è lo stesso insegnante a richiedere la valutazione. La rubrica di valutazione potrebbe essere uno strumento utile anche per prepararsi alla richiesta.

Alcuni accorgimenti. Tale proposta implica una riflessione profonda sul senso della valutazione e una conoscenza e formazione su come si costruisce e si usa una rubrica di valutazione.
La proposta può essere attuata da collegi che hanno voglia di sperimentarsi, dove ci si sente parte di una comunità educante che tiene al miglioramento al fine di promuovere una crescita integrale degli studenti, con l’impegno di tutti.
Oggi più che mai la valutazione ha un ruolo fondamentale, non si può pensare di progettare, insegnare e valutare per competenze, senza ripensare le metodologie, gli strumenti didattici, le esperienze formative, le relazioni con gli studenti e la comunità civile. Riflettere sul proprio operato e sul livello di qualità di esso, sulla base di criteri condivisi e ponderati, può aiutare tutti a migliorare e procedere nel guardare alla scuola come una istituzione in cui crescere veramente.

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