Percorsi di pace: dalla consapevolezza interiore all’apprendimento cooperativo

Il presente articolo prende spunto da un tema ancora poco affrontato in Italia, ovvero come le pratiche di mindfulness e yoga, ormai sempre più diffuse e “di moda” possano influenzare l’apprendimento cooperativo. Poiché sono due pratiche estremamente diverse, ci concentreremo in questo breve scritto sulla prima.
Sfatiamo prima di tutto un pregiudizio: quando parliamo di mindfulness non parliamo di un “qualcosa” di indefinito, vagamente orientaleggiante e ancor più vagamente new age.

Tutti i nostri sistemi sociali e i programmi educativi si fondano su uno stratagemma estremamente astuto: evitano il cuore. Non portano al cuore, perché l’amore non viene insegnato in nessuna scuola, in nessuna facoltà universitaria. Al contrario, fate ogni sforzo per orientare tutta la vostra energia verso la testa, e restate confinati lì. Non sbocciate mai come un fiore. Tutti hanno un cuore, e di certo una giusta educazione sarebbe divisa in tre parti: educazione del corpo, perché il corpo possiede un proprio mistero. Educazione della mente, perché la mente ha una propria forza grandiosa per ciò che riguarda l’indagare negli oggetti. Ed educazione del cuore, per l’amore, che è completamente negata.

(Osho)

Mindfulness: attenzione non giudicante sul presente

Numerosi e recenti studi sulle neuroscienze sottolineano come la mindfulness, quale allenamento di attenzione e concentrazione, aiuti a gestire situazioni di stress (Hasenkamp, 2012), e quindi, possiamo aggiungere, anche e soprattutto a scuola.
L’intervento dello studioso Nicola De Pisapia, ricercatore presso il Dipartimento di Psicologia e Scienze Cognitive dell’Università di Trento, e co-fondatore di Neocogita, un’azienda che si occupa di rendere le nostre menti ancora più brillanti attraverso gli strumenti e le proposte più aggiornate della ricerca neurocognitiva, chiarisce questa possibilità offerta dalla mindfulness chiarendone nel contempo alcune caratteristiche: “Per mindfulness s’intende essenzialmente l’insieme di due componenti. La prima componente riguarda l’auto-regolazione dell’attenzione, che viene mantenuta sull’esperienza immediata aumentando in questo modo la consapevolezza degli eventi mentali nel momento presente. La seconda componente coinvolge l’adozione di un orientamento verso le proprie esperienze caratterizzato da accettazione, curiosità e apertura. Queste componenti in ambito scientifico sono intese sia come tratti della personalità, e quindi per intenderci come aspetti che possono già far parte del nostro carattere anche se non abbiamo mai praticato mindfulness, ma anche come qualità che possiamo migliorare tramite alcune specifiche tecniche di meditazione, come ad esempio la focalizzazione sul respiro”1.

Ma che cos’è quindi la mindfulness? Riprendendo De Pisapia, mindfulness significa portare attenzione al momento presente in modo curioso e non giudicante (Kabat-Zinn, 1994). Mindfulness è quindi un processo che coltiva la capacità di portare attenzione al momento presente, consapevolezza e accettazione del momento attuale (Hanh, 1987)- 2.

Possiamo solo ricordare brevemente come un sistema di meditazione (vipassana) basato sull’analisi di se stessi, del proprio corpo e dei contenuti mentali sia vecchio di migliaia di anni, in quanto elaborato cinque secoli prima di Cristo da Siddhartha Gautama, il Buddha storico e sia stato la base, in tempi molto più recenti, ovvero negli anni Settanta, per Jon Kabat-Zinn, un medico statunitense, per la creazione di un protocollo scientifico per la cura dello stress.

Dall’intuizione della possibilità di curare e gestire lo stress attraverso la meditazione è nata la mindfulness, una pratica che ha rivoluzionato il mondo della psicoterapia.

Mindfulness a scuola

Se esploriamo le sue potenzialità in ambito educativo, soprattutto se unita alla pratica del dialogo filosofico, ovvero il dialogo che invita all’epoché e all’educazione ad un ascolto profondo, vero, attivo, non possiamo non citare un testo recente e significativo di Antonio Vigilante.

Come evidenziato da Vigilante, infatti, la mindfulness può essere uno strumento efficace per affrontare problemi sempre più diffusi nelle nostre scuole, come violenza e bullismo, disattenzione, difficoltà di concentrazione, burnout dei docenti. Per Vigilante, tuttavia, essa attua tutte le sue potenzialità solo se inserita in un progetto educativo più complesso. L’Educazione Basata sulla Consapevolezza (EBAC) Umanistica3 proposta dall’autore è un programma di formazione che, attraverso la ricerca interiore e il dialogo con gli altri, intende approfondire la consapevolezza come sapere di sé (dimensione esistenziale), sapere dell’altro (dimensione etica), coscienza dei problemi comuni (dimensione politica). Il libro, che citiamo in bibliografia, è completato da una guida pratica, con esercizi pensati appositamente per studenti e insegnanti4 .

Altre esperienze sono state documentate da Fabbro e Muratori nel 2012 che hanno evidenziato come sia importante adattare le pratiche di meditazione, in particolare relativamente a modalità e tempi, ai bambini, in modo da proporre, in particolare con i bambini più piccoli, sedute di meditazione molto brevi e che si svolgano con una routine invariata nel tempo (Fabbro e Muratori, 2012).

Non da ultimo, le pratiche di meditazione si connettono direttamente con il lavoro sulle emozioni e per questo alla fine di una pratica meditativa è opportuno dedicare uno spazio per condividere l’esperienza, per poter esprimere le proprie difficoltà e discuterne.

Da tenere anche in considerazione anche i suggerimenti forniti dalla letteratura rispetto alle varie fasce d’età (5-8, 9-12, 13-18 anni) su tecniche e procedure di meditazione specifiche (Hooker, 2008).

Queste esperienze sono state sostenute da ancora altri recenti lavori di ricerca e sperimentazione che hanno altresì evidenziato che, se usate con bambini, queste pratiche – ovviamente imparate attraverso la mediazione di esperti e non con il semplice fai-da-te, hanno aiutato a migliorare la loro capacità introspettiva, la capacità di studiare ed hanno ridotto i comportamenti impulsivi, aumentando notevolmente le capacità di ascolto. In particolare in Gran Bretagna, la mindfulness è oggetto di un programma di ricerca ambizioso che ha coinvolto Università di Oxford, Cambridge e Exeter, e che ha esplorato cosa accade nei bambini utilizzando la mindfulness.

Recenti pubblicazioni in giornali specializzati, come il British Journal of Psychiatry, hanno già riportato risultati promettenti: in uno studio su più di 500 bambini di 12 scuole superiori, di tre mesi, e nei tre mesi che coincidevano con periodi di esame, quindi ad alto potenziale di stress, si è visto che coloro che hanno preso parte ad un programma di mindfulness mostravano meno sintomi depressivi, meno stress, e maggior benessere generale. Il Programma ha coinvolto non solo gli studenti ma anche gli insegnanti. Interessante anche il nome pensato per la fascia 7-11 anni: è stato infatti chiamato “Paws.b” ed è parte, formalmente, della materia Educazione Personale Sociale, Sanitaria, ed Economica (PSHE), ma informalmente incorporato in tutte le altre materie, così come nelle attività quotidiane. “Il titolo è al solito accattivante per i bimbi, il logo della zampa (Paw) attira l’attenzione, e sfrutta, come spesso accade in inglese, un gioco di pronuncia, Paws si pronuncia allo stesso modo di pause, pausa, e quindi Paws.b vuol dire Pause-be, fermatevi e siate. Lo spirito è proprio questo: fermatevi e pensate, fermatevi e considerate quello che state per fare, anche un movimento, anche un respiro, anche una parola. Agite, ma consapevolmente. Rendetevi conto di quello che state facendo nel momento in cui lo fate, e liberate la mente da altri condizionamenti esterni (cfr. per questi dati e riflessioni: http://genitoricrescono.com/mindfulness-scuola-esperienza-uk/).

Mindfulness e cooperative learning

Queste suggestioni ci hanno indotto a pensare, come Scintille.it, che anche l’apprendimento cooperativo per avere successo non può non agganciarsi a questi aspetti. Lalita Agashe, libera ricercatrice dell’Università della SNDT Women’s University di Pune in India e membro dello IASCE (International Association of Cooperation in Education), ha studiato come lo yoga e la meditazione possano essere di aiuto per creare delle condizioni favorevoli per sviluppare apprendimenti di tipo cooperativo.

Le conclusioni a cui perviene Agashe è che ciò che viene appreso attraverso la pratica riflessiva viene riportato poi nell’apprendimento cooperativo, in particolare in riferimento alla capacità degli studenti e delle studentesse, anche di età diverse, di auto-controllo e auto-regolazione durante le attività di gruppo.

Come ben sappiamo, infatti, creare le premesse perché si sviluppino le abilità sociali, nonché insegnare le abilità sociali stesse è forse l’aspetto più complicato dell’apprendimento cooperativo e questo è spesso evidenziato da chi si confronta con gli studi che riportano il divario tra quanto l’apprendimento cooperativo promette e quanto effettivamente avviene in classe. Lo studio di Agashe evidenzia quindi come inserire pratiche di “spiritualità” possa favorire la crescita individuale e collettiva, creando una sorta di “mentalità cooperativa” partendo dalla pace con se stessi e coinvolgendo le parti interessate nello sperimentare soddisfazione interiore e felicità.

Appare evidente pensare che laddove ci troviamo in situazioni di grandi eterogeneità e complessità tutto ciò che aiuta l’autocontrollo e l’autoconsapevolezza non può non andare a beneficio di tutto il gruppo e, in ultima analisi, di tutta la classe come gruppo di gruppi.

Va tuttavia detto che, a parte la ricerca pubblicata da Agashe, non esistono – pare – studi che tengano insieme questi aspetti a nostro modo di vedere così interconnessi e fecondi. Sicuramente molto c’è da sperimentare e, soprattutto, da vivere per costruire percorsi che permettano a ciascuno nella scuola, piccolo o grande che sia, di esplorare la ricchezza dell’altro attingendo dalla profondità di se stessi.

Perché, lo sappiamo, non si può condividere ciò che non si ha. Il bello è che ciascuno di noi è, e non solo ha, un mondo ricchissimo dentro. Ciò che è ancora più bello, è quando qualcuno, con amore e pazienza, ti prende per mano e ti aiuta a condividerlo, insegnandoti che “ricevere” e “dare” sono due verbi che non possono esistere l’uno senza l’altro.

RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI E SITOGRAFIA

http://www.giuntiscuola.it/lavitascolastica/magazine/a-tu-per-tu-con-l-esperto/difficolta-di-apprendimento/-mindfulness-oriented-meditation-a-scuola-consapevolezza-e-gentilezza/

Agashe L. (2015) Creating and Strengthening A Positive Mindset for Cooperative Learning through the S3 Model of Yoga and Spirituality, in Robyn M. Gillies, Collaborative Learning: Developments in Research and Practice, Nova Science Publisher

Amadei, G. (2013). Mindfulness. Essere consapevoli. Il Mulino, Bologna.
Per saperne di più: 
http://www.stateofmind.it/tag/mindfulness/

Hasenkamp, W., Barsalau, L. W. (2012). Effects of meditation experience on functional connectivity of distributed brain networks. Frontiers in Human Neuroscience, 6, article 38.
Per saperne di più: http://www.stateofmind.it/tag/mindfulness/

Fabbro F., Muratori F. (2012). La mindfulness: un nuovo approccio psicoterapico in età evolutiva. In http://www.psicoterapia-palermo.it/PDFS/Mindfulness%20in%20et%C3%A0%20evolutiva.pdf
Kabat-Zinn J, (1991)Vivere momento per momento, Corbaccio 2005
Kabat-Zinn J, (1994) Dovunque tu vada ci sei già, Corbaccio, 1997
Vigilante A. (2017). A scuola con la mindfulness. Terra Nuova Edizioni. https://www.mindful.org/mindfulness-and-learning-whats-the-connection/
1 https://www.semplicementemindfulness.com/2015/04/mind-wandering-mindfulness-e-neuroscienze-intervista-a-nicola-de-pisapia/
2 Per saperne di più: http://www.stateofmind.it/tag/mindfulness .
3. (da http://www.illibraiodellestelle.com/libri/a-scuola-con-la-mindfulnessriflessioni-ed-esercizi-per-portare-leducazione-basata-sulla-consapevolezza-nella-scuola-italiana.php)
4 presentazione tratta da http://www.terranuovalibri.it/libro/dettaglio/antonio-vigilante/a-scuola-con-la-mindfulness-9788866812746-236198.html

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