Autori di cooperative learning a confronto

Il mondo del Cooperative Learning è molto grande. Dalle prime esperienze nella scuola degli Stati Uniti degli anni ’70 ad oggi, molto è stato sperimentato da autori quali i Johnson, Slavin, Sharan (Sharan, 2010).

Tecniche e modelli di tipo cooperativo sono stati applicati ad ordini scolastici diversi, obiettivi diversi, discipline diverse, da quelle umanistiche a quelle tecnologiche e scientifiche, per verificarne l’efficacia rispetto al rendimento scolastico, allo sviluppo sociale e affettivo, al cambiamento della motivazione, all’impatto sulla percezione di sé (Comoglio e Cardoso, 1996).

Alcune definizioni di cooperative learning

Per capire cosa sia il Cooperative learning e quali siano le differenze tra gli autori più importanti, partiamo da alcune definizioni.

Cooperare vuol dire lavorare insieme per realizzare obiettivi condivisi. All’interno di situazioni cooperative, gli individui ricercano risultati che sono benefici per loro stessi ma anche per gli altri membri del gruppo. Il cooperative learning è l’uso nell’istruzione di piccoli gruppi, affinché gli studenti lavorino insieme per massimizzare me il proprio e l’altrui apprendimento.

(Johnson & Johnson, 1994)

La teoria sul Cooperative learning postula che Gli studenti imparano meglio quando possono incoraggiarsi e farsi da tutor, quando sono ritenuti individualmente responsabili, quando partecipano in modo equo e quando c’è un grande coinvolgimento attivo e interattivo

(Kagan, 2001)

È una pedagogia che genera un insieme diversificato di metodi d’istruzione che organizzano gli studenti “per lavorare in gruppi verso uno scopo o un risultato comune, oppure i gruppi condividono un problema o un compito comune in modo tale che possono avere successo nel completare il lavoro solo dimostrando comportamenti di interdipendenza, mentre sono ritenuti responsabili individualmente dell’impegno e del contributo dato”

(Brody & Davidson, 1998, p. 8).

Conosciamo meglio gli autori del Cooperative Learning

Tra gli anni ’70 ed oggi, molti studiosi si sono dedicati a sviluppare metodi per favorire la cooperazione in classe. Tra loro, alcuni nomi sono divenuti “storici” per l’importanza del loro contributo e la vitalità del loro modello nel tempo. Essi sono:

  • David e Roger Johnson: ideatori del modello di Cooperative Learning del Learning Together (Apprendere Assieme), della Controversia Costruttiva e di numerosi programmi di educazione alla pace;
  • Spencer Kagan: fautore di un approccio cooperativo altamente strutturato e semplice allo stesso tempo, denominato Approccio strutturale;
  • Eliott Aronson: creatore del metodo del Jigsaw (puzzle);
  • Robert Slavin: ha sviluppato i modelli dello STAD (Student Teams-Achievement Divisions), TGT (Teams-Games-Tournaments), TAI (Team Accelerated Instruction) e CIRC (Cooperative Integrated Reading and Composition);
  • Yael Sharan: ideatrice, con l’allora coniuge Shlomo, della tecnica cooperativa del Group Investigation;
  • Elisabeth Cohen: sviluppatrice del metodo dell’Istruzione Complessa.

Riprendendo un interessante articolo di Yael Sharan (2010), è possibile categorizzare i metodi proposti da questi autori in base a:

  1. Le abilità che essi tendono a sviluppare
  2. Il tipo di apprendimento che favoriscono

Secondo questa autrice, nella prima categoria rientrano allora:

  • Modelli che enfatizzano la padronanza della conoscenza e della motivazione (STAD, CIRC, Jigsaw);
  • modelli che enfatizzano le abilità sociali e la comunicazione interpersonale (Learning Together);
  • modelli che includono i due precedenti ed enfatizzano la ricerca intellettuale, la motivazione intrinseca e un’interazione con uguale status (Complex Instruction and Group Investigation).

Nella seconda, invece, rientrano:

  • Metodi di studio come in cui gli studenti lavorano insieme per aiutarsi a padroneggiare un insieme ben definito di informazioni o abilità (STAD, JIGSAW and LearningTogether);
  • Un secondo gruppo è spesso definito come apprendimento basato su progetti e implica il problem solving in gruppi, dove gli studenti scrivono un report o progettano un esperimento o altri prodotti che riflettono la risoluzione del problema (Complex Instruction e Group Investigation)

Somiglianze e differenze del Cooperative Learning dei vari autori

Pur coerenti tra loro, gli studiosi storici esprimono sfumature diverse nelle applicazioni.

Secondo quanto riportato da Comoglio e Cardoso, Strother (1990, pp.158-159) ha tracciato un quadro delle opinioni dei diversi teorici dell’apprendimento cooperativo esistenti, dopo aver inviato loro una lettera nella quale chiedeva di indicare quali fossero a loro parere gli elementi fondamentali del Cooperative Learning.

I Johnson hanno individuato:

  • interdipendenza positiva,
  • responsabilità individuale,
  • insegnamento diretto di competenze sociali e cooperative,
  • interazione faccia a faccia,
  • controllo dei comportamenti relativi al compito e delle competenze di interazione ovvero valutazione individuale e revisione in gruppo dell’attività.

Robert Slavin sostiene invece che gli elementi chiave sono:

  • la struttura incentivante dello studente che si sostanzia attraverso riconoscimenti e incentivi,
  • la presenza di rinforzi positivi nei confronti di comportamenti cooperativi efficaci
  • la struttura didattica del compito che si realizza attraverso una attenta preparazione previa del lavoro di gruppo.

Yael Sharan enumera invece:

  • la presenza di gruppi eterogenei,
  • la pianificazione dei compiti di apprendimento,
  • la responsabilità individuale data dai ruoli agiti dagli studenti,
  • l’importanza del ruolo dell’insegnante nel costruire un clima cooperativo,
  • una efficace pianificazione,
  • la revisione del lavoro svolto.

Elisabeth Cohen infine indica invece:

  • responsabilità individuale e di gruppo,
  • interdipendenza positiva,
  • costruzione di competenze di lavoro di gruppo,
  • modellamento sul compito da parte dell’insegnante,
  • revisione del lavoro svolto.

Strother non risulta avere intervistato Spencer Kagan, che sottolinea invece i seguenti elementi:

Da questa breve disamina ne consegue che gli elementi più ricorrenti che caratterizzano il cooperative learning sono:

  • l’interdipendenza positiva (Johnson, Cohen, Kagan);
  • la responsabilità individuale e di gruppo (Johnson, Sharan, Slavin, Cohen, Kagan);
  • l’insegnamento delle competenze sociali (Johnson, Cohen, Kagan, Sharan);
  • la revisione del lavoro svolto (Johnson, Sharan, Cohen);
  • l’interazione promozionale faccia a faccia o aiuto reciproco (Johnson, Sharan, Cohen).

Da quali autori di cooperative learning partire per un’esperienza in classe?

Occorre partire dalla comprensione della base che accomuna tutti gli orientamenti di Cooperative learning. Questo è un passaggio importante per cogliere gli elementi fondamentali da tenere sempre presenti nei lavori di gruppo in classe.

“Tutti i metodi e gli approcci si basano su un compito o un’attività di apprendimento adatta al lavoro di gruppo che consente:

• Interazione in piccolo gruppo di studenti focalizzata sull’attività di apprendimento
• Comportamenti di mutuo aiuto tra studenti
• Interdipendenza nel lavoro assieme
• Responsabilità individuale per i risultati del lavoro di gruppo.

Le differenze dipendono principalmente dal modo in cui le caratteristiche di cui sopra sono combinate e realizzate nonché dal grado in cui i metodi affrontano la varietà delle competenze e lo status degli studenti in classe”

(Brody and Davidson, 1998, cit. in Sharan, 2010).

Per cominciare è dunque fondamentale cogliere prima di tutto gli elementi comuni,

  • in modo da riconoscerli quando presenti in ciò che già si fa in classe, con l’obiettivo di rendere sempre più cooperativo il modo di imparare senza gettare via le precedenti esperienze;
  • per sperimentare tecniche di autori diversi nella consapevolezza degli elementi fondanti.

La decisione dipende dal proprio stile di apprendimento: chi vuole valorizzare la propria creatività potrà cominciare dal modello dei Johnson, che premia la progettazione dell’insegnante.

Se invece si preferisce avere maggiori indicazioni e minori pensieri, suggerisco caldamente di cominciare con le strutture cooperative di Spencer Kagan per poi approcciare gli altri autori.

Concludiamo questo breve viaggio tra gli autori principali di Cooperative Learning condividendo la considerazione della Sharan (2010) che evidenzia come tutti i modelli non si escludano vicendevolmente ma possono essere considerati secondo un continuum in base al grado di libertà che consentono ai membri dei gruppi nello scegliere cosa e come impareranno, e i concomitanti gradi di struttura e direzione che l’insegnante deve offrire.

Bibliografia
Brody, C. & Davidson, N. (1998) Introduction: professional development and cooperative learning, in C.
Brody & N. Davidson (Eds)
Professional Development for Cooperative Learning: issues and approaches (Albany, NY, Suny Press).
Comoglio, M. e Cardoso, M.A. (1996). Insegnare e apprendere in gruppo. Roma: LAS
Johnson, D., & Johnson, R. (1994). An overview of cooperative learning. In J. Thousand, A. Villa and A.
Nevin (Eds),
Creativity and Collaborative Learning; Brookes Press, Baltimore
Johnson, D., Johnson R. e Holubec E. (1996). Apprendimento cooperativo in classe. Trento: Erickson
Kagan, S. The “P” and “I” of PIES: PowerfulPrinciples for Success. San Clemente, CA: Kagan Publishing. Kagan Online Magazine, Fall/Winter 2011. www.KaganOnline.com
Kagan, S. Kagan Structures: Research and Rationale. San Clemente, CA: Kagan Publishing. Kagan Online Magazine, Spring 2001. www.KaganOnline.com
Kagan, S. The “E” of PIES. San Clemente, CA: Kagan Publishing. Kagan Online Magazine, Summer 1999. www.KaganOnline.com
Kagan, S. Positive Interdependence. San Clemente, CA: Kagan Publishing. Kagan Online Magazine, Spring 1999. www.KaganOnline.com
Sharan, Y. (2010). Cooperative Learning for Academic and Social Gains: valuedpedagogy, problematicpractice. European Journal of Education. 45. 300 – 313. 10.1111/j.1465-3435.2010.01430.x.

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